Della Bordella e Cazzanelli in Pakistan: obiettivo la vetta dell’Ogre
Matteo Della Bordella e François Cazzanelli sono in Pakistan con l’obiettivo di scalare l’Ogre, nel Karakorum, una cima di 7280 metri raggiunta fino ad oggi solo da tre spedizioni.
Lo comunica il Club alpino italiano che supporta questa spedizione che comprende anche l’alpinista svizzero Silvan Schüpbach e il francese Symon Welfringer.
«Non vedo l’ora di partire! L’Ogre è una montagna che sogno da tempo, si innalza in una zona spettacolare con molti picchi sopra i 7000 metri di quota, dove davvero c’è spazio per mettersi alla prova con progetti impegnativi – ha commentato Matteo Della Bordella – Per me questo progetto rappresenta un’evoluzione per il mio alpinismo, uno step successivo. Vedo l’Ogre come il Cerro Torre, ma altissimo. Sicuramente una delle montagne più affascinanti che esistano sulla Terra. Tentarlo con François, Silvan e Symon sarà sicuramente un’esperienza. Ci siamo allenati tanto, ora tocca fare del nostro meglio. Sia per noi che per tutte le persone, le aziende e le istituzioni che hanno scelto di offrirci il loro supporto».
L’Ogre è infatti una delle montagne più affascinanti per motivi estetici e tecnici. La prima ascesa è del 1977 da Chris Boninghton e Doug Scott, quest’ultimo si ruppe le gambe nella discesa e fu costretto ad arrivare al campo base a carponi… La seconda scalata è del 2001, l’ultima del 2013.
Della Bordella salirà quindi con il logo del CAI «Per me è un vero onore, in quanto sono cresciuto alpinisticamente nel Cai. Con mio papà ho frequentato le scuole di alpinismo e quando ho fatto la mia prima via importante, il Pesce in Marmolada, indossavo la maglia con già il logo del Sodalizio».
Gli fa eco François Cazzanelli: «quando Matteo mi ha proposto di tentare insieme l’Ogre, non ho potuto far altro che accettare. Quest’anno non avevo in mente di fare una spedizione in Pakistan, ma alla fine eccomi qui, pronto a tentare una delle montagne più affascinanti al mondo con una squadra affiatata e forte. Anche per me indossare il logo del Cai rappresenta un orgoglio, soprattutto in questo periodo. Vedo nel sodalizio una spinta importante verso l’attività alpinistica, un’attenzione diversa che non può che farmi piacere. Qualche mese fa è nato il progetto Eagle Team, con cui il Cai si propone di allevare giovani promesse del futuro, oggi sceglie di supportarci nelle nostre ambizioni. Una bella spinta da parte dell’associazione verso l’alpinismo e l’esplorazione».